Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/64

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56 intorno la vita e le opere di luciano.

e sa rifletterla pura. Vi dipinge le cortigiane, e ve le fa piacere, non perchè la cortigiana sia bella e piaccia, ma perchè anche nell’anima della cortigiana v’è qualcosa di divino, che egli vede e rappresenta in mezzo alla miseria ed al vizio: come il poeta inglese dipingeva Riccardo III e lo faceva piacere, non perchè Riccardo era buono, ma perchè nello scuro abisso di quella anima egli seppe trovare uno sprazzo di luce celeste, una forza ed una grandezza più che umana, e questo rappresentare. Or questo saper trovare le tracce dell’angelo su la fronte di Satana, questo saper discernere la bellezza in mezzo alla bruttezza è dato a pochi spiriti eletti, specialmente in tempo di grande scadimento intellettuale e di corruzione morale. E questo è il valore grande di Luciano come artista, che seppe mirare e dipingere la bellezza in un secolo in cui nessun altro la vedeva, e tutti credevano che fosse perduta. Già veniva quel tempo in cui gli occhi degli uomini si aprivano a mirare una luce novella, a riguardare la bellezza immortale dell’anima nell’artigiano, nel povero, nel ladrone, nella meretrice, nello schiavo e in tutte le creature umane straziate dalla miseria, dal dolore e dalla morte. Luciano la vide in mezzo alle superstizioni del paganesimo, agli errori dei filosofanti, alle rilassatezze del costume, e in questa egli ce la rappresentò con sorriso sicuro, perchè si sentiva libero da tutto ciò che lo circondava: e questa è vera rappresentazione artistica. Gli scrittori che dipingono il male come male, il deforme come deforme, ancorchè abbiano tutto il possibile magistero della lingua e dello stile, non saranno mai artisti, ed al più faranno ritratti brutti di troppa somiglianza. L’artista vero trova il bello anche nella bruttezza che lo circonda, o pure lo trova dentro di sè e lo pone in ciò che gli sta intorno e che ei di-