Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 2.djvu/148

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140 il diredato.

avremmo saria doverli servire e fare tutto ciò che ci comandassero: il che saria nuovo davvero! Perchè ti ho risanato da una grave malattia, però credi di potere abusare dell’arte mia? Questa risposta potrei fargli, ancorchè egli mi comandasse una cosa possibile: in fatto poi io non sono uomo da fare il volere altrui; neppure costretto da necessità.

Considerate ora quali sono i suoi comandi. Egli dice: Giacchè hai risanato me dalla pazzia, e mia moglie anche è pazza, e trovasi nella stessa condizione mia (così crede egli), ed è similmente sfidata; tu che puoi far tutto, come hai dimostrato, risana anche lei, e guariscila da questa malattia. A udir questo parlare così semplice parrebbe una cosa ragionevole, massime ad un ignorante e nuovo di medicina. Ma se ascolterete anche me che parlo in difesa dell’arte, saprete che noi non possiamo ogni cosa, che le nature de’ morbi non s’assimigliano, che la loro cura non è la stessa, che i farmachi stessi non producono lo stesso effetto in tutti; e così sarà chiaro quanto il non volere differisce dal non potere. Concedetemi di filosofare un po’ intorno a questo, e non credete che sia disadatto, fuor di proposito, strano, o intempestivo il ragionare di siffatte cose.

Primieramente i corpi non hanno la stessa natura e lo stesso temperamento, benchè si tenga che sieno composti di elementi simili, ma in diversa proporzione, di quale più, di quale meno. Parlo per ora dei soli corpi degli uomini, i quali essendo affatto dissimili e diversi fra loro per temperamento e per costituzione, diverse necessariamente di grandezza e di specie hanno le malattie: alcuni sono facili a risanare ed arrendevoli alla cura; altri difficili, e subilo sono attaccati e vinti dalla violenza del male. Il credere che ogni febbre, ogni tisi, ogni pulmonia, ogni pazzia sia dello stesso e medesimo genere in tutti i corpi, non è da uomo sennato che abbia studi ed esperienza in queste cose: ma lo stesso male in uno risana facilmente, in un altro no. Come il grano seminato in diversi luoghi, di un modo nasce in pianura grassa, inaffiata, assolata, ventilata, e lavorata, dove viene rigoglioso, pieno, fitto; di un altro modo in montagna e in terreno sassoso; di un altro in luogo senza sole; di un altro alle falde di un monte; in-