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Trionfa il sole in suo fulgor divino;
Passa l’ombra e la morte, e la vitale
Forza procede per fatal cammino.
Non può loco aver morte entro immortale
Spirto, che vinto ogni feral ritegno,
Vittorioso al cielo agita l’ale;
E dispergendo con sublime sdegno
L’ombre, ond’è infetto ed annebbiato il lume
Che guida i cori insonni ad arduo segno,
Dalla tenebra immane erge le piume
Alle nitide altezze, ove disciolto
D’ignei vapori e di maligne brume
E in estasi divina il terror vòlto,
Mira quel Ver, che sogno parve al mondo,
In una gloria di bei raggi accolto.
Fede, Giustizia, Amore e quel fecondo
Odio in ciel nato, ch’ogni grande affetto
Tempra nel foco suo chiaro e profondo,
Ebbero in quest’altera alma ricetto.
La qual ne fu, quando tra noi vigea,
Di riverenza e di stupore oggetto;
E nella luce d’una eccelsa Idea
Ne avvivò gli occhi ad ammirarla intenti
Salda in quell’odio, onde l’amor si crea: