Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/316

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siccome leggiamo presso Svetonio, pel buon ordine di questo servigio pubblico, e Severo, secondo che abbiamo da Sparziano, levò di mano a’ privati questo ramo di servigio, e lo applicò per maggiore sicurezza al fisco. Valerio Massimo, Plinio, Plutarco, ne parlano; e da essi veggiamo che tutti gl’Imperadori posero somma cura perchè le stazioni fossero continuamente provvedute di cavalli, di carri, e di vetture di ogni fatta. Con questi mezzi in brevissimo tempo scorrevansi strade lunghissime. Procopio probabilmente non parla che di cavalli, poichè essendo notissimo come le stazioni fossero ordinate, non credette necessario fare più particolari indicazioni. Perchè poi veggasi l’assurda disposizione di Giustiniano nella riforma del corso de’ Veredarii basterà indicare quali per l’addietro fossero le stazioni da Costantinopoli ad Elenopoli. La prima stazione passato il canale era nel Rufiniano, poi a Calcedonia, a Dacibiza, a Nicea, e di là ad Elenopoli.

2.° Ognuno riderà udendo avere Giustiniano sostituito nelle stazioni di posta asinelli a’ cavalli!!

CAPO XXXIII.

1.° Il borgo comprato da Evangelo crederassi gran cosa ove si sappia che vi risiedeva un vescovo; e trovasi memoria di due che vi furono al tempo di Giustiniano, un Teodoro, che si sottoscrisse ad una lettera del vescovo di Tiro, Epifanio; e un Cristoforo, intervenuto al Concilio di Costantinopoli convocato da Menna. Ma debbesi avvertire, che i Greci misero vescovi in ogni luogo alcun poco abitato. E di là venne la quantità dei loro vescovi. Mentre adunque in Occidente le sole città ne aveano uno, in Oriente ogni castello, terra, o borgo n’erano provveduti al pari delle città. Intanto è più facile citare il nome di qualche vescovo di Porfirione, che dire in che veramente consistesse la compera dal Causidico fatta di quel borgo. Tocca agli Eruditi trattare di questo argomento, che forse illustrerebbe la economia politica dell’Imperio orientale. Dalla somma capitale spesa può