Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/121

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LIBRO PRIMO 101

cuno. Il mezzo della regione, che a percorrerlo vorrebbonvi dieci giornate di cammino, è al tutto spopolato in causa della grandissima aridità sua, il perchè nulla offre di memorabile, s’eccettui il vano presente fattone da Abocaralo al romano imperatore; e qui termina quanto divisava narrare in proposito.

IV. Subito dopo il palmeto appresentansi i Saraceni chiamati Maddeni1, sudditi degli Omeriti, i quali hanno stanza nella regione presso del mare. Oltrepassati costoro, più altre genti è fama riscontrarsi prima di giugnere ai Saraceni detti antropofagi; seguono poscia gl’Indiani, ma su de’ mentovati popoli, argomento di molte favolose narrazioni, lasciamo ad ognuno il parlarne come la pensa.

V. Gli Etiopi, nomati ancora Auzomiti dalla principale città loro2, soggiornano rimpetto agli Omeriti, nell’opposta ripa: la distanza tra essi agguaglia cinque giorni ed altrettante notti di navigazione con propizio vento, accordando il non avervi scogli di veleggiar liberamente colle tenebre; a questo mare taluni danno il nome di Rosso. Tutto il resto poi, di qua partendoci e andando insino alla ripa o alla città d’Aila, viene

  1. Il significato di questo arabico nome è quello di uomini attaccati alle miniere.
  2. Azomiti secondo Stefano bizantino. Vopisco in Aureliano dice che i cittadini di lei furono condotti prigionieri nel trionfo di quell’imperatore, e Paolo Diacono (Miscellae, lib. xvi) scrisse che Giustiniano, correndo l’anno decimosesto del suo imperio, debellò il monarca loro. Di Azomiti fa menzione parimente Arriano nel periplo del mare Eritreo.