Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/231

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LIBRO SECONDO 209

alla Persia, crediam noi, vantaggio alcuno»; sì dicendo terminarono gli ambasciadori.

IV. Di quest’orazione il re assai lieto promise ai supplicanti di proteggere i Lazj, ed interrogolli se fossevi mezzo di trapassare con forte esercito la Colchide, rammentando che molti estimavano malagevole cimento il penetrarvi fin da solo e senza impacci a motivo de’ continui dirupati e dei foltissimi boschi dai quali veniva ingombro tutto il cammino. Quelli rispondeano avervi pronto rimedio al male, tagliando gli alberi e valendosene a riempire i precipizj, e pel marciar delle truppe offrivano scorte di lor nazione. Laonde Cosroe animato da tale consiglio ragunò un poderoso esercito e si dispose alla partenza, aprendo unicamente l’animo suo a que’ Persiani cui soleva confidare i proprj segreti. Vietò eziandio agli ambasciadori di far parola dei concerti presi, ma finger in cambio si dovea ch’egli andrebbe nell’Iberia orientale per ordinarvi gli affari, avendo l’unnica gente assalite le terre del suo regno.


CAPO XVI.

Belisario fa leva di truppe, spedisce esploratori ed appresta la guerra. — Arringati i minori duci, delibera secoloro.

I. Belisario intrattanto levate dappertutto nella Mesopotamia genti, pressochè ignude, inermi e paurosissime del nome persiano, agguerrivale, e mandava ad

Procopio, tom. I. 14