Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/259

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LIBRO SECONDO 237

lite appunto allora le antiche e guaste dagli anni eran dietro a costruirle di nuovo. Gli agiati cittadini però al primo romore che le truppe nemiche marciavano da quella via ripararono con tutte le preziose masserizie ne’ luoghi muniti di que’ dintorni; ma i poveri ed i moltissimi agricoltori accorsivi da ogni banda furono costretti a seguire, demolita la città, come prigionieri il Persiano, che dappoi, arrivato lo statico Giovanni, ricondusse l’esercito nel suo regno.

VIII. Nello svolgersi di queste vicende quelli Armeni che dalla divozione dell’imperio erano ribellati al re fecero volontariamente istanza di tornare sotto gli antichi loro padroni, ed ottenuto un salvo condotto giunsero in Bizanzio con Bassace; ultima delle cose avvenute nella terza persiana scorreria. Giustiniano di poi richiamò a sè Belisario per commettergli nuovamente gli affari dell’Italia1 agitata da serie turbolenze.

  1. «Ammalatosi Giustiniano di pestilenza (gravissima in Bizanzio a que’ dì come vedremo nel capo seguente) e pervenuta all’esercito la nuova di sua morte, alcuni de’ prefetti pretendevano sediziosamente che l’esercito proclamasse il nuovo imperatore onde non vedersi costretti a rimanere sempre nei campi. Smentitasi però tal voce Pietro e Giovanni Elluone sostenevano essere autori della congiura Belisario e Buze. Il perchè Teodora avutone sentore ottenne dal consorte che fossero chiamati in Bizanzio, ove il primo, sebbene non accusato di colpa veruna, fu tolto di carica, surrogatogli nel comando dell’orientale esercito Martino» (Storia Segreta, cap. 7).