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LIBRO SECONDO | 271 |
qual opera sarebbe a mio avviso bastata ad ottenere il meditato scopo, ove Dasisteo avessevi fatto appiccare immediatamente il fuoco; egli invece abusò del tempo volendo prima attendere l’imperiale risposta: di tal modo passarono le cose nell’esercito romano.
CAPO XXIX.
I. Era agli estremi Pietra quando Mermeroe con tutto l’esercito persiano trapassò le frontiere dell’Iberia, dando la destra al Fasi, e guardandosi di metter piede sulle terre de’ Lazj per evitare ogni ritardo che potesse render vano il suo pronto soccorso a quella città, dove in tanto, caduta repentinamente porzione della muraglia minata, entrarono cinquanta volontarj e scelti giovani romani sotto la condotta dell’armeno Giovanni Guze, figliuolo di Tommaso (che avea per comando imperiale costruito molti forti nella Lazica, e capitanatovi l’esercito), acclamando l’imperatore Giustiniano Callinico. Riuscì tuttavia alla guarnigione di ferire Giovanni, il quale vedendosi nel cimento abbandonato dall’e-