Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/319

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LIBRO PRIMO 295

passò di malattia; erasi egli associato dapprincipio nell’imperio Costanzo marito della sorella Placidia, il quale, vissuto ben poco e precedendo nel morire l’imperatore stesso, non fece memorabili gesta1. Ora mentre che l’appena spoppato Valentiniano, prole di Onorio, veniva cresciuto alla corte di Teodosio, uno delle imperiali guardie per nome Giovanni, benignissimo e di grande virtù, usurpò il trono, e vi rimase un lustro facendo continua guerra ai delatori, guardandosi dal togliere ingiustamente altrui la vita, e mai sedotto dall’amore dell'oro2; non potè occuparsi tuttavia dei barbari venendo travagliato di continuo dalle armi bizantine, perciocchè Teodosio figliuolo d’Arcadio mandatogli contro un potente esercito co’duci Aspare e Ardaburio d’Aspare lo cacciò dalla tirannide, e pose il diadema all’ancor fanciullo Valentiniano3, che avuto il pri-

  1. «Sopravvenne poscia un’infermità a Costanzo, come malcontento e pentito di avere assunto l’impero; poichè non eragli più permesso come prima, di andare e ritornare dove e quando gli piaceva, nè di più intertenersi ne’ suoi consueti giuochi. Ora avendo regnato per sette mesi (come eragli stato indicato da un sogno con queste parole: Il sesto anno e compiuto, e gia il settimo incomincia) morì di pleuritide, e con lui insieme rimase estinta l’ira ed il moto nell’occidente, suscitatosi per la dispiacenza della sua promozione al trono» (Fozio, Estr. di Olimp., trad. di S. Blandi).
  2. Suida parimente loda la clemenza e la moderazione di questo Giovanni.
  3. Toccava costui il settimo anno dell’età sua quando in Roma ebbe da Elione, maestro e patrizio, le imperiali onoranze.