Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/35

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LIBRO PRIMO 15

cui più non lice mostrarsi riconoscente». Così il pescatore, e dipartitosi aggiunse alla dimora della conchiglia e del cane marino. Seduto quivi su d’uno scoglio, attende che questo vada a sbramare sua fame, e giunto il momento nuota ad afferrare la perla; ma vicino a dare in terra con essa, vedutosi da tergo il mostro gittala sul lido, e non appena gittatala viene azzannato ed ucciso. I suoi compagni, spettatori d’insù la spiaggia, colsero la perla, e di lancio presentaronsi al re col dono e colla trista relazione di quanto era occorso. Tali cose narrano i Persiani, ed io rattacco il filo del propostomi argomento.

Morto Perozo con tutto l’esercito, i pochi la Dio mercè campati del pericolo incontanente caddero anch’essi nelle mani del vincitore.

IV. Fu di poi tra’ Persiani divolgata una legge di non assalire più terra nemica, avvegnachè i costei difensori fuggissero in piena rotta.

V. La soldatesca del resto che non aveva oltrepassato le persiane frontiere con Perozo, dichiarò suo re Cavado1, il minore dei figliuoli di lui ed il solo rimaso nella reggia. Gli Eutaliti dopo sì gloriose vittorie signoreggiarono i Persiani due anni, terminati i quali il novello monarca fidandosi nel poter suo più non volle comportarne il giogo.

  1. Agazia, morto Perozo, mette sul trono persiano Obala, fratello del defunto, il quale mancò ai vivi dopo quattro anni di regno, nè fece in guerra memorabili imprese, avendo sortito dalla natura un affatto pacifico naturale. Dà quindi a costui per successore Cavado (lib. iii, cap. 11). Altri nomano Valente il re che precedette Cavado.