Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/366

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340 GUERRE VANDALICHE

dipendano dal solo valore. Voi però che spesso rovesciaste nemici non inferiori di numero e coraggio, e spesso pure foste da loro vinti, andrete persuasi, il credo, che mentre gli uomini qui e qua combattono, l’Ente Supremo regolane di pieno suo volere i destini. Quindi è fuor d’ogni dubbio che la gagliardia del corpo, il continuo esercizio delle armi e tutti gli apparecchi di guerra ben poco montano rimpetto alla giustizia ed alla riverenza del Nume, e che dall’adempimento di queste cose ridondano prosperità incomparabilmente maggiori. Imponendoci adunque soprattutto giustizia di vendicar coloro che furono a torto uccisi. io per non mancare a lei, e perchè non venga meno ogni disciplina ed in pochissimo pregio abbiansi le nostre vite, ho sentenziato i due omicidi a morte. Che se un barbaro adduce a minorar sua colpa di aver ucciso nell’ebbrezza, e’ vie più s’aggrava, non essendo lecito a chicchessia, e ben meno ad un soldato dell’esercito, l’abusare del vino al punto di togliere ai compagni la vita. Ma se l’ebbrezza vuol essere per sé stessa gastigata eziandio quando va esente da omicidio, quanto più farà mestieri punirla rendutasi rea di sì grande eccesso, in ispecie poi se il sangue versato fu del compagno anziché dello straniero? Laonde siate voi stessi i giudici della gravezza e malvagità del commesso delitto, custodite le vostre mani, e guardatevi dall’ingiuriare, conciossiaché non lascerò mai impunita, nè comporterò un’ingiustizia comunque ella sia, e meno ancora tra’ miei commilitoni annovererò colui che, sebbene temuto