Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/407

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LIBRO PRIMO 383
CAPO XXIII.
I Vandali ragunati a parlamento da Gilimero. — Belisario manda ai capi de’ Maurusii i segni dell’autorità regale. — Risposta di Gilimero a Zazone. — Sbigottimento grandissimo de’ Vandali.

I. Riparatosi Gilimero nel campo di Bula, distante quattro giornate da Cartagine e non gran fatto dal numidico suolo, v’animò tutti i Vandali e qualche amico, se pur ne avea, tra i Maurusii, a prendere le sue vendette.

II. Pochissimi di loro in realtà, ed al tutto liberi e senza capi, eransi collegati seco lui, conciossiachè quanti signoreggiavano la Mauritania, la Numidia e la Bizacene tanti si dichiararono con ambasceria spedita a Belisario servi di Giustiniano, e pronti a rimanergli sempre del miglior animo uniti. E fino taluni di essi inviarongli da lor posta i figliuoli in istatico, e vollero dalle mani sue ottenere, secondo l’antica legge, i distintivi della reale dignità, la qual legge vietava obbedienza a nemici de’ Romani, e cui dall’imperatore non siensi conferiti i segni del poter supremo; vo’ dire uno scettro d’argento colla impugnatura dorata, un cappello d’argento che solo copriva parte del capo, foggiato a guisa di corona e con argentee frange pendenti all'intorno; una bianca veste, una casacca tessalica con fermagli d’oro, e gli arbili (specie di schinieri) dorati. Il duce secondolli pienamente, ed oltre