Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/95

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LIBRO PRIMO 75

a lui nondimanco è d’uopo ascrivere il merito di aver procacciato con sì ardita azione il trionfo ai Romani. I barbari in effetto presi da grandissimo spavento al non veder più il vessillo ritiraronsi col massimo disordine e con grave perdita; e nel dì vegnente riparavan tutti alle case loro. I Romani lasciarono d’inseguire i fuggenti, tenendosi abbastanza gloriosi per averli sulle proprie terre ricolmi di tanti mali quanti furono quelli da me ricordati, e ridotti a deporre ogni pensiero sul meditato assedio.

V. Gl’imperiali a que’ dì occuparono eziandio nella Persarmenia due castella, Bolon e Farangion, da cui i Persiani scavavano l’oro tributato al re, ed i Zani, antichi abitatori di piccola regione compresa ne’ limiti del romano imperio, perdettero la libertà loro, delle quali vicende passo ora a contare la istoria.

VI. Al valicare dall’Armenia nella Persarmenia sorge a diritta il monte Tauro dilungantesi nella Iberia e nelle altre vicine contrade1. Havvi a sinistra non breve sentiero con agevol pendio, cui sovrastano poggi altissimi e scoscesi, di nuvoli e di nevi perpetuamente ingombri; da quivi scaturisce il Fasi e corre a bagnare la Colchide. Tale regione fu di continuo abitata dai Zani2, popolo barbaro e indipendente, il quale pos-

  1. V. cap. 10, § 1, ed Arriano, lib. v.
  2. Così di costoro parlò il Nostro nella Istoria miscell.: «I Zani sono vicini agli Armeni, ed alte montagne, profonde valli, vasti deserti, torrenti, selve e precipizj dividonli dal mare». Vedi parimente sul conto loro il lib. iii degli Edifizj.