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LIBRO TERZO | 277 |
Teuderico veniva rovesciata dalla forza d’un solo. Belisario adunque pieno di autorità e di saggezza, come è stato detto, proponeva quanto aveavi di meglio per l’Augusto, e con assoluta facoltà dava ognora compimento alle sue proposte.
II. Gli altri comandanti invece, tutti del paro autorevoli, ma solo intenti ai particolari vantaggi, avean cominciato di già a spogliare i Romani ed abbandonarli ai militari insulti; nè ben provvedendo eglino stessi alla propria riputazione vedevansi alla testa d’insubordinate troppe, donde ne venne che in causa delle frequenti loro colpe la somma delle cose imperiali volse prestamente alla sua rovina, e mi faccio ad esporne il come. Ildibado all’annunzio che Belisario più non era in Ravenna, ragunò presso di sè tutti i barbari ed i romani soldati cui garbeggiava il cangiar di capo, e con ogni cura s’adoperava nel render fermo il suo dominio, bramosissimo in ispecie di ricuperare alle sue genti il regno d’Italia, al qual uopo da principio non avea seco più di mille armati possessori dell’unica Ticino. Se non che di poi unironglisi a poco a poco quanti soggiornavano e presso de’ Liguri e nella veneta regione. Tra questo mezzo un Alessandro occupava in Bizanzio la magistratura di logoteta, così i Romani chiamando grecamente il preposto ai registri delle pubbliche rendite, il quale non cessava di riversare sulle truppe i danni accagionati da lui stesso al popolo, e coll’arte di accusare altrui surto era in breve tempo dalla miseria ad immense ricchezze. Se altri poi furonvi prodissimi nell’accumulare tesori all’imperatore, questi merita-