Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/354

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344 GUERRE GOTTICHE

III. Ora Tulliano di Venanzio, originario di Roma e potentissimo appo i Bruzj ed i Lucani, presentossi al duce e lamentate in prima le angherie commesse dal cesariano esercito contro gl’Italiani, terminò dicendo che se col tempo avvenire si praticasse qualche tratto di clemenza a pro loro, egli tal renderebbe soggette ed obbidienti le due provincie all’imperatore che indurrebbele sino a pagargli tributo come per lo innanzi; non essendosi fatte di proprio volere ligie de’ barbari e questi ariani, ma costrette dalla nemica preponderanza; e soprattutto provocate dalle offese delle truppe di lui; qui avuta ferma promessa che l’esercito comporterebbesi generosamente cogli Italiani, assembrò sue genti a quelle bizantine. Così da quinci in poi ai nostri cessò ogni timore per rispetto della penisola, e tutto il suolo di qua dal seno Ionico fu amico e suggetto a Giustiniano.

IV. Totila uditone spedisce trecento eletti barbari a Capua coll’ordine di seguire da presso le truppe di Giovanni, allorchè queste incautamente di là movessero alla volta di Roma; del resto ei provvederebbe ad ogni cosa. Laonde il duce imperiale nel timore di nemico improvviso scontro, dimesso il pensiero di raggiugnere Belisario, si portò in quel de’ Bruzj e de’ Lucani. Annoveravano i barbari tra suoi un Recimero, personaggio famoso, alla testa di alcuni militi rafforzati da grossa turma di trafuggitori maurusii e romani, e posto dal re a guardia dei Bruzj, acciocchè presidiando lo stretto Scilleo e tutto quel littorale, nessuno potesse di là farsi nella Sicilia, o da questa navi-