Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/78

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e le montagne spalancarono abissi, e i fiumi precipitarono ove dianzi l’aquila ergeva il suo volo, e l’isole disparvero, e svelti i continenti, furono cinti dalle procelle e dagl’intentati spazi del mare. Ma l’uomo restava. Dalle reliquie dei suoi monumenti desunse esempio di accrescerli e di premunirli; ed avvedutosi che la terra anch’essa era obbediente e mortale, li confidò al cielo che sembravagli eterno. Pria che Teuto1 esplorasse l'ordine delle stelle, e che l'osservazione congiuntasi per cinquanta e più secoli al calcolo, assegnasse le distanze non solo tra i pianeti del

  1. Assegno a Teuto l’invenzione del calcolo astronomico sulla testimonianza degli Egizi, i quali dissero a Socrate: «che (Theut) era nume etiope, e che primo aveva inventati numeri e computi, e geometria ed astronomia». Platone nel Fedro.
    Da questo passo derivano e si concatenano le prove di tre nostre opinioni: 1.° Che le leggi fossero incorporate ai dogmi e alle storie, come appare nella Genesi, e che i principi fossero capitani e sacerdoti ed artefici ad un tempo, e i primi tra loro deificati: 2.° Che i popoli nell’emigrazioni e nelle guerre si portassero reciprocamente le loro religioni, e che ampliandosi quindi le idee, si ampliasse il significato de’nomi: così Teuto, nome individuale degli Etiopi, si converti in Giove, nume supremo, poi in Teos, nome solenne d’ogni dio, finalmente in deus e dio, voce universale ed incomprensibile: 3.° Quindi confermasi che senza parola non si danno astrazioni.