Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/25

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PRIMO 9

La prima è quando egli è debole, & s’abandona, overamente naviga i lombi quando camina.

La seconda, quando egli nel primo che si cavalca si aggroppa, & similmente fa, quando galoppa, o quando si vuol maneggiare a repoloni, che per più non potere, fa tutto quel che può; & unisce la potenza sua, & caminando un pezzo di quel modo, non potendo resistere, dapoi si dimette, & massimamente a lungo andare: onde si vede la sua natural fiacchezza. & questo difetto sara minor dell’altro.

La terza è, quando egli è duro, & fermo, & saldo, senza calarsi, ne alzarsi di schiena, tal che dimostra, che sia Cavallo di ferro, & è da stimarsi molto.

La quarta è, quando egli non solo sara fermo, & duro, & saldo di schiena, ma nell’incominciare, & nel finire sempre si aggroppa, & forse fara il simile ogni volta, che si richiede; & se pure lascia d’aggropparsi, la sua forza stara sempre unita nell’esser suo, & sara il primo fra tutti per la sua possanza.

[Disciplina de' cavalli.]Et non pensiate, che il Cavallo, benche sia bene organizato dalla natura, senza il soccorso humano, & la vera dottrina possa da se stesse ben oprarsi: perche bisogna con l’arte svegliare i membri, & le virtù occulte che in lui sono, & secondo il vero ordine, & buona disciplina più o meno sara chiara la sua bontà; anzi l’arte, quando ella è falsa, lo ruina, et gli cuopre ogni virtu, così come, quando ella è buona, supplisce a molte parti, ove gli manca la natura. Et non in tutto fuor di ragione si muovono coloro, che tengono che il Cavallo in lingua latina prendesse il nome dalla equalità, o giustezza. Percioche, oltre alla ragione da loro assegnata, gli bisogna troppo misura, giusto al passo giusto al trotto, giusto al galoppo, giusto alla carriera, giusto al parare, giusto al maneggio, giusto a i salti, & finalmente giusto di testa, & giusto quando sta fermo, & giusto, & reale si unisce con la volontà del Cavaliero, che gli sta sopra. Et oltre a ciò gli conviene il passo elevato, il trotto disciolto, il galoppo gagliardo, la carriera veloce, i salti aggroppati, il parar leggiero, il maneggio securo & presto. Et perche il Cavallo naturalmente dal dì che esce dal corpo di sua madre, camina di passo, & galoppa, & corre, & niuna cosa fa meno, & con più difficoltà, che il trotto; per questo si dee sempre sopra di esso alleggerirlo, che così verrà più giusto, & alla perfettione di tutte le altre virtu, le quali particolarmente appresso saranno chiarite. Che da quel trotto il Cavallo viene a prendere al passo agilità, al galoppo gagliardezza, alla carriera velocità, a i salti lombo et forza, al parare leggerezza, al maneggio securtà, & ordine grande, & alla testa, al collo, & all’arco infinita fermezza, & alla bocca soaue & buon’appoggio, il che è fondamento d’ogni dottrina.

[Bella maniera di maneggiar nel prin]Però dunque se volete che venga in queste perfettioni, come egli anderà sicuro, & solo in cavezzana, senza che altro il tiri, primieramente quando gli monterete addosso, ora menandosi con carezze, et ora da qualche persona, che se li

trovi