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Niccolò Macchiavelli 281

dini lo giudicò sicuramente per vero politico contro e al disopra del Macchiavelli, del quale però non ha lasciato verun giudizio scritto.

Solo fra tutti Giuseppe Ferrari in un ammirabile opuscolo che il Villari non si è nemmeno degnato di citare nel suo lungo catalogo sui giudizi dati del Macchiavelli, quantunque valga per lo meno i tre volumi da lui consacrati al Segretario fiorentino, coglie con stupenda ed irresistibile critica tutti gli errori del Macchiavelli come legislatore storico politico e l’influenza su lui del secolo; ma trascurando il lato artistico della sua natura, è costretto a scemargli troppo l’ingegno nelle molte insufficienze storiche e legislative; mentre, spaventato quasi dal risultato della propria critica e seguendo la trascendenza del proprio pensiero filosofico, cerca poi di provare come da quegli errori derivassero tutte le verità della scienza politica moderna, ricostruendo in una visione profetica il Macchiavelli distrutto da una analisi troppo chiaroveggente.

Ma fra tutte queste più o meno illustri opinioni inconciliabili, la figura del Macchiavelli resterà sempre un enigma finché si voglia crederlo un filosofo che fonda un sistema: le sue innegabili qualità di scienziato disperse, impedite dal suo temperamento artistico non potranno mai in lui riunirsi per giustificare la sua stessa pretesa alla scienza. La sua