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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/226

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il letto; la candela, agitando sulla sua faccia bianca la propria luce, vi aumentava il turbamento. Quando Loris la guardò, ella aveva già ripreso quell’aspetto dolcissimo, e gli stese amichevolmente la mano.

— Adesso conosciamo tutto.

— Non partite.

Ella sorrise ritraendosi.

— Qualunque sia il mio torto, la mia vita ha uno scopo anche più alto.

— Addio, Loris, ella ripetè languidamente dal mezzo della camera.

Loris sentiva ardere delle fiamme sotto le coperte; avrebbe voluto slanciarsi giù dal letto, ma un pudore stravagante lo ratteneva dal mostrarsi a lei, la prima volta, in quell’atteggiamento, mentre il suo orgoglio ricalcitrava ancora dinanzi a quella donna così tranquilla nella propria superiorità.

Tatiana scomparve silenziosamente dall’uscio.

III.

L’indomani Loris non partì; voleva un altro abboccamento con Tatiana.

Ella invece si mostrava di una cortesia impenetrabile. Pareva che sicura di averlo umiliato colla rivelazione della propria innocenza non si