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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/228

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— Perchè?

— Ve lo dirò.

— È impossibile. Volevo che mi conosceste innocente, ora lo sapete: mi basta.

— Tutto è finito?

— Voi distruggeste tutto.

Loris indietreggiò, ma la passione lo risospinse ancora, e dimenticando ogni pudore le chiese con voce tremula e una grande sfacciataggine negli occhi:

— Siete ammalata così?...

Tatiana uscì, Loris rimase in preda ad una collera pazza. Sentiva di essersi nuovamente innamorato di Tatiana, ora che colla rivelazione della propria innocenza ella aveva umiliato la superbia del suo delitto, lasciandogliene nell’anima il più irritante rammarico. Loris non avrebbe potuto più vincerla che innamorandosi così perdutamente da apprenderle il contagio della propria passione. Ma anche allora la donna avrebbe trionfato di lui.

Per calmarsi uscì a piedi dal castello, nel freddo della campagna, ma rientrò poco dopo. Tatiana canticchiava nel gabinetto di legno la grande romanza del Tannhauser; quando vide Loris smise.

— Disturbo?

— No, ma non voglio darvi il diritto di ridere della mia voce. Scommetto che non ammettete nemmeno il nostro grande Bortniansky, voi che non amate la musica.