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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/237

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moglie? Perchè non andate questa notte stessa da lei, se tutta la vostra vita è sospesa al filo di questa speranza?

Il principe si fece triste.

— Ecco quello che voi non potete capire.

Ma Loris si era alzato:

— Lo so, voi amate quella donna; prendetela dunque. Vi resisterà, ne morrà, voi credete, io non lo credo; e quand’anche morisse? Potrete morire con lei, poichè non sapete viverne senza, ma almeno vi sarete cavato questa voglia, che vi consuma. Invece non l’osate, vorreste essere amato. A che pro? Avreste di più in questo caso?

— Come siete forte! esclamò il principe.

Poi Loris si rimise ancora a parlare di rivoluzione, e non lo lasciò che un’ora dopo mezzanotte.

Appena entrò nella propria camera, vi rimase in piedi dieci minuti guardando fissamente la candela.

Il suo volto esprimeva una grave concentrazione. Risolutamente soffiò sulla candela, ed uscì nel corridoio dirigendosi al buio verso l’appartamento di Tatiana; per arrivarvi aveva visto di non dover passare per la camera o dinanzi alla porta di alcun domestico. Nel salone la finestra socchiusa lasciava filtrare un po’ di luce, poi tutto tornò buio. Ricordandosi meravigliosamente la posizione di ogni mobile non vi fece rumore, ma nel traversare il gabinetto di legno urtò in uno spigolo; quindi s’avviò alla camera di Tatiana, mentre la memoria cominciava a tremargli. Si sen-