Vai al contenuto

Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/240

Da Wikisource.

231

mente l’uno sull’altro. A voi sta il decidere: quando m’avete poco fa data la vostra mano, avete voluto prendermi? Qualunque siano le conseguenze di quest’incontro, voi potete chiedermi tutto. Nessun uomo potrebbe tenervi simile linguaggio.

Ella arrovesciò la testa sulla spalliera della poltrona, colle braccia molli, sfinite lungo i fianchi, in una inesprimibile prostrazione d’amore. Allora Loris tacque in preda ad una strana confusione di aver saputo parlare così, mentre venendo in quella camera ignorava quello che avrebbe detto; ma si sentiva l’anima inesprimibilmente alleggerita.

Una freschezza di primavera gli scendeva per le vene.

Tatiana si staccò languidamente dalla poltrona, gli prese una mano e, stringendogliela affettuosamente, gli disse con accento di purezza verginale:

— Lo sapevo che dovevate essere così: Dio è buono!

Quindi proseguì:

— Io vi ho amato dopo; prima, me ne sono accorta, non era amore. Ma dopo eravate dentro di me. Non ho nemmeno tentato di reagire: avrei potuto dimenticare anche attraverso la malattia il marchio, che mi avevate impresso, ma non smuovervi di mezzo al cuore. La mia vita si svolgeva intorno a voi. Ero sicura che ci saremmo ritrovati. Chi siete ora? Non lo so.... siete qui dinanzi