Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/49

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Questo particolare lo commosse di tenerezza; Ada era più docile, ma Carlino, famelico e battagliero come tutti i fanciulli che fanno molto moto, diventava spesso insopportabile. Egli, il babbo, avrebbe quasi sempre ceduto, se la mamma non si fosse opposta col solito argomento:

— No, bisogna che i bambini si avvezzino.

— Si avvezzeranno pur troppo... Adesso non temono ancora di nulla; ma non bisogna parlarne, tanto non servirebbe loro nemmeno dopo...

E la frase gli si imbrogliò, ma voleva dirsi, provandone un grande sollievo di egoismo, all’idea di non essere presente alla scena della catastrofe quando finalmente dovrebbero apprenderla: almeno io non ci sarò più!

Gli era accaduto spesso di rincasare tardi, a quel modo, cenando solo mentre gli altri già dormivano, e aveva sempre notato che la sua parte di cena era più abbondante che non quando mangiavano tutti insieme. Questo delicato riguardo alla sua autorità di capo di casa gli faceva ogni volta la stessa impressione gradevole: poi, dopo cena, era solito a fumare una pipa prima di entrare nella camera da letto.

Era come un ritorno alle sue notti di scapolo negli ultimi anni, prima del matrimonio, quando il babbo e la mamma, che si coricavano invariabilmente alle nove, gli lasciavano tutto preparato nella saletta, ed egli dormiva allora nello studiolo. Qualche volta si faceva accompagnare da un amico, ma,