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ch’io ascolti il latrato dei cani. |
(V. Alexandrì, Poezii populare ale Românilor.
București, «Minerva», 1908, p. 5. Trad. di
Ramiro Ortiz).
«Legenda Mânăstirei Argeșului» rappresenta un canto epico-lirico ispirato alla leggenda formatasi attorno a quel meraviglioso monumento dell’arte bizantina ch’è il monastero di Argeș costruito da Neagoe-Vodă Basarab, ma la cui fondazione il popolo attribuisce al leggendario Radu-Vodă Negru. In forma diversa codesta leggenda si trova un po’ dappertutto nel folk-lore balcanico dove la troviamo riferita alla fortezza di Scutari (in Albania), al ponte di Arta (in Macedonia) e ad altre costruzioni colossali o sontuose che hanno impressionata la fantasia popolare in Grecia, Serbia e Bulgaria. Malgrado ciò, la delicatezza con cui anche in questa ballata sono trattati gli affetti familiari e la soavità di tocco usata dall’ignoto artista popolare nel tratteggiar la figura della donna sacrificata; son caratteristiche dell’anima romena.