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mi, ed un alto seggiolone di paglia: un uscio separa la seconda dalla terza parte: otto colonne in legno disposte su due file precedono ivi una specie di cella nel cui centro è stabilito un armadio annerito dal tempo. Questa cella dev’essere il santuario del tempio, giacchè l’indigeno prima di entrare colà, si inginocchiò, baciò la terra, e, indicandomi l’armadio, pronunciò a voce bassa il nome di Jesus. — Dalla cella si passa finalmente nell’ultima parte della grotta che è affatto vuota.

Sulle pareti incrostate di calce si vedono dipinte, e mezzo cancellate dal tempo, rozze figure di angeli e santi a cavallo; qua e là vecchi messali o vangeli in lingua amarica su papiro mezzo roso dai vermi, e in un angolo della cella alcune croci di ferro e un incensorio. Uno dei vangeli, meglio custoditi degli altri, contiene le immagini degli apostoli e dei santi e i principali episodi della passione di G. C. dipinti a colori vivissimi e a tratti di un’arte assai ingenua.

Il culto del cristianesimo non comincia che oltre Senafe; gli abitanti di quest’ultimo villaggio, al pari delle tribù dei Sciohos, professano la religione di Maometto.

30 gennaio — I lavori della strada sono stati spinti in questi ultimi giorni con grande alacrità, ed un carro leggermente carico, partito da Zula, è giunto oggi a Guna-Guna: questo primo campione di un arnese di civiltà, sconosciuto sinora in questi paesi, sarà ben presto seguito da molti altri con non piccolo vantaggio dell’armata. Ecco un risultato al quale non ci attendevamo così presto.

Abbiamo avuto quest’oggi una visita di un inviato del principe di Tigré: veniva da Senafe, dove aveva portato a sir Robert Napier le espressioni amicizia del suo sovrano, e si era spinto sin quà per vedere il campo, accompagnato dal Capo-Distretto e da un altro dignitario.

Questi tre signori erano vestiti di una specie di toga già bianca, portavano sulle spalle un mantello, ugualmente