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loro ribellione. Ma nel maggior numero dei casi le congiure andarono a vuoto, perchè concepite senza prudenza nè abilità di sorta. Il più vivo desiderio degli agricoltori ambiziosi era il farsi eleggere deputati. Ciò credevano di conseguire trascinando al collegio elettorale la maggioranza dei voti del loro comune, maggioranza che si trasformava in una impercettibile minoranza quando trovavasi a fronte dei votanti dell’intero collegio.

Il perno dell’ambizione del nostro contadino arricchito essendo appunto la deputazione, lo scacco toccatogli nelle elezioni gli tarpò le ali. Ma questo sgomento non si perpetuerà; ed il ricco agricoltore, risoluto di rappresentare al parlamento gli interessi agricoli, tesserà nuove trame per rendersi gradito agli elettori. Se un certo numero di codesti ambiziosi si fa strada nel parlamento, gli interessi agricoli della nazione (interessi interamente estranei ai possidenti fondiari) verranno presentati sotto falsi colori al pubblico e all’assemblea; i pretesi rappresentanti di questi interessi acquisteranno una notevole influenza sui loro colleghi, perchè saranno da essi considerali a priori come i soli che bene li conoscano, e che abbiano ragione di volerli protetti.

Nessuno sognerà che l’agricoltore voglia arricchirsi rovinando l’agricoltura e il paese; e ciò non accadrebbe diffatto, se la ignoranza e la malignità del contadino arricchito non fossero del pari grandissime, e se la noncuranza dei possidenti non le uguagliasse.

Importa assai che mentre le cose sono ancora in questo stato, i possidenti prendano cognizione della condizione delle loro terre e dell’agricoltura, dei trattamenti a cui soggiacciono i loro contadini, delle conquiste operate nelle scienze naturali dalle vicine nazioni e dei loro effetti sull’agricoltura, delle leggi economiche e finanziarie, alle quali deve uniformarsi una nazione che voglia prosperare e non sentirsi inferiore alle altre. In una parola il possidente deve assumere per conto proprio quella parte della società agricola che l’agricoltore tenta di usurpare per fini suoi privati e dannosi. Perchè permettere che fra il contadino ed il signore, fra il popolo e la classe dei cittadini colti, direi volontieri tra il padre e il figlio, sorga un intruso, il cui intento è di seminar zizzania fra questo e quello, di presentare l’uno all’altro sotto falsi e calunniosi colori, per rovinare il ricco e per dominare il povero, e ciò perchè vittime anch’essi della più profonda ignoranza e delle perverse passioni generate da