Pagina:Otto mesi nel Gran Ciacco. Viaggio lungo il fiume Vermiglio di Giovanni Pelleschi.pdf/115

Da Wikisource.

da corrientes alla frontiera 109

o un ramo flessibile, che legano e cuciono tutto all’intorno all’orlo della medesima, poi ancor sanguinosa la empiono di liquore e, acciuffatala pei capelli, la vuotano passandosela in giro e bevendo in onore del vincitore e a scherno dei vinti. Alle volte, presa la ciotola per l’orlo, ne fanno stillare il liquore giù pei capelli nelle loro fauci sottostanti.

Io ebbi una di queste capelliere già appartenente a un cacicche Toba, ucciso da un Mattacco amico, nella circostanza dell’effettuata invasione, che si stava preparando al Ciaguarál quando vi passammo noi. I bachi me l’hanno ridotta così, che ormai la butto via non essendo più decente da mandarsi in Italia con alcuni cranii ed altri oggetti da me raccolti.

Quest’uso di recidere la cotenna coi capelli lo hanno tutti questi Indiani qua, e lo hanno pure quelli del Nord-America. Ma, la cosa più curiosa, è che questo costume lo avevano anche gli Sciti.

I Germani poi avevano quello di bevere nei teschi dei guerrieri nemici uccisi. E chi non sa del longobardo Alboino che fece bere la sua moglie, la gepida Rosmunda, nel teschio del padre di lei mille trecento anni fa?

Quest’uso degli Indiani, mi rammenta una scena che dimostra, mi pare, la politica di questi selvaggi.

Una volta accompagnai il colonnello del reggimento, che guarnisce questa frontiera in una delle sue visite periodiche. Giunti a un forte, dove si trovava una tribù d’Indiani, venne a farci visita il figlio del cacicche generale, questi non venne perchè pretendeva che prima il colonnello fosse andato da lui! ma ci regalò dell’aloja che era buonissima. Siccome tornava da battersi coi Toba, noi gli domandammo se aveva riportato nessuna capelliera. E l’Indiano, per scusarsi della sua crudeltà rispose: «I Toba levano la cotenna ai Cristiani e noi ai Toba!»

In cotesta occasione, vedendo gli Indiani me vestito da borghese in mezzo a tanti militari e a lato del colonnello gentilissimo verso di me, dicevano tra loro: