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XVII
RELIGIONE
(continuazione)
io o demonio, per questi Indiani è lo stesso, e li chiamano con lo stesso nome, che, come ho già detto, è ahót presso i Mattacchi.
Questa indistinzione li libera, almeno dal lato del linguaggio, dal vizio della intolleranza, che è tanto potente presso di noi così essi la nostra chiesa la chiamano tohuó-hotó-hi, che letteralmente vuol dire «quello che contiene gli ahót», cioè gli ahót, o gli Dei cristiani.
Anche al cimitero danno lo stesso nome: e in questo si trovano d’accordo con gli abitanti di quei campi, i quali lo chiamano panteón.
E a proposito di questo vocabolo, guardate la fortuna delle parole! Tutti sappiamo che il Panteon era in Grecia il tempio consacrato a tutti gli Dei, come lo dice la parola composta, che include il concetto di totalità o di tutto in pan, e di divinità in teón poi si collocò ai tempii dove si collocavano gli uomini, che per le loro prodezze si riguardavano semidei, e finalmente, spenta la idea mitologica, passò nella nostra società a esprimere il cimitero degli uomini illustri. E in questo concetto si riserva a tale ufficio qualche monumento insigne