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da corrientes alla frontiera 125


E in ciò gli Americani ragionano da ingenui, ma accorti: a che preoccuparsi, essi dicono, d’un essere che per sua natura è benefico? tanto non ci farà del male, perchè se è buono lo può volere.

Bisogna dire che tutte le religioni si risentono di questo, direi, peccato originale, perchè tutti predicano e impongono sacrifizii espiatorii a placare l’ira suprema.

E se noi facessimo l’esame di coscienza, potremmo forse dire che abbiamo amore a Dio? timore sì, nonostante il decimo Comandamento e infatti i Predicatori inculcano sempre il santo timor di Dio: l’amore c’entra di mattonella.

E per chi affermi il contrario ripeteremo il detto del Redentore: «Beati i poveri di spirito, poichè il regno dei cieli è per loro.»

Tra gli Indiani del Ciacco che conservano qualche tradizione della catechizzazione sofferta dai Missionari, si usa una cerimonia, forse la unica religiosa, che parodia una funzione cristiana. Di tanto in tanto si riuniscono le donne da una parte, e gli uomini da un’altra attorno ai loro anziani e caporioni. Nel mezzo, tra un mucchio di fiori pongono un ahót, un bambino futuro stregone: e intanto parlano, fumano, bevono, finchè si sciolgono dicendo di essere stati a messa. Gli stregoni non mancano di conversare col Dio Bambino, di levarne responsi e di comunicarli.

In questa come in altre cerimonie il brucio, o bruco (così in alcune parti di Toscana si chiamano gli stregoni, che in castigliano si dicono popolarmente brujos) sempre si china, si tappa, parla alla terra, dove sotto sono gli ahót, parla con voce naturale e si risponde con una voce o acuta o profonda, sempre alterata secondo il carattere dall’ahót, e la ciurma crede che sia davvero l’ahót che risponde, non accorgendosi che è un giuoco di ventriloquio.

Si vede che la impostura non ha aspettato le religioni rivelate per pigliare a gabbo i gonzi.