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da corrientes alla frontiera 93

donna che parve al marito non si fosse sottratta con troppa prontezza allo scherzo di un soldato, la udimmo percuotere dallo sposo dentro il toldo e minacciare di morte: «nú-ai-lonlá» (ti ammazzerò), le borbottava tra i denti. E altra volta, a una donna, che, dopo due anni di assenza del marito, si era unita con altro, quegli appostatala, la rincorse, la raggiunse e le sbranò la pancia prima che i Cristiani giungessero ad impedirlo. Cotesta donna non morì, e risanata tornò a convivere col suo carnefice.

Quando gl’Indiani pretendono ammogliarsi, si tingono di rosso i pomelli, le guancie e le cavità degli occhi. Alla dama del cuore, l’uomo fa la dichiarazione accompagnata da regaluzzi: e se la donna accetta, l’uomo le fa la dote di quel che ha, come pecore, galline, pelli, ecc. Se le famiglie sono contente, gli sposi vanno a vivere presso una di esse, altrimenti si cambiano di toldo e spesso anche di tolderia. Ottenuto il consenso, la cerimonia nuziale è la consumazione.

Quest’uso di far la dote il marito, può parere strano a noi altri assuefatti al contrario, eppure anche tra noi e tra i diversi popoli indo-europei si è accostumato, e si può dire si accostuma talvolta, così, per esempio, noi abbiamo in alcuni casi la controdote; la legge longobarda aveva il mundium, il diritto di tutela che passava dal padre al marito mediante una somma pagata da questo a quello; tra i Romani vi era la coemptio, cioè la compra (emptio), o dote, reciproca tra marito e moglie.

Nell’India antica si usava il marito dotare la moglie con una moneta e con bestiame; nell’antica Grecia sembra s’usasse lo stesso, da un passo dell’Iliade; presso gli antichi Finni, i Turchi e i Turcomanni odierni, lo sposo compra la sposa. In proposito si veda Degubernatis.

Ve lo ripeto, anche questi Indiani son uomini e si comportano come gli altri uomini. Presso i Ciriguani, l’uomo, quando vuole chiedere una ragazza, pone alla porta di lei un fastello di legno, e un capriolo o altro commestibile; se la donna la