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Pagina:Ovidio - Le metamorfosi.djvu/188

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ANNOTATIONI DEL QUINTO LIBRO.

La zuffa di Fineo con Perseo è mera historia, però non vi si può raccorre altra Allegoria, che quella che si scopre nella descrittione de ’l fatto, nondimeno si potrà bene andar raccogliendo qualche artificiosa descrittione dell’Anguillara, che sia sparsa per l’opera, essendone egli abondantissimo, come sarebbe questa de ’l tirare dell’arco di Licuba, che è molto vaga, e propria; che incomincia nella stanza, E ben mostrò l’Amor non esser finto come è bella ancora, e raccolta in pochi versi la descrittione de quelli che fanno le forze di Hercole in quei Monta sopra una statua, e veder parmi. Fineo e quelli che rimasero cangiati in falsi poi, possiamo dire che sono quelli che malignamente e pieni d’invidia vanno ad assalire la Virtù, la quale non più presto, è scoperta da gli animi bassi, e vili, che a viva forza si vedono assimiglianza di pietre rimanere freddi, e duri di maniera che non sono piu atti, a poter esequire piu alcuna di quelle malignità, alle quali erano spinti, da ’l caldo desiderio di offenderla; Trasforma la vertù medesimamente in Arbori quelli che non le danno fede, come non dava Polidete a quella di Perseo, però per suo castigo fu trasformato in una selce.

Che Minerva habbia sempre accompagnato Perseo nell’ Impresa di Medusa, ci dà ad intendere che la Prudentia non si scompagna giamai da ’l valore, nelle grandi imprese, che ella salisse poi al monte Parnaso per vedere il fonte di Aganipe, e le nove sorelle, ci fa medesimamente conoscere, che la sapientia, ama di trattenerse, con la Gloria, che è la Musa Clio; co ’l piacere che si trahe dall’ honesto; come significa, Euterpe; ama di essere ancora in compagnia lieta, e che ritrovi, ogn’ hora vaghi concetti e nuovi come fa Thalia. Ama ancora la soavità dell’ harmonia che è Melpomene; come è ancora Terpsicore la delettatione, ch’ ella si piglia del sapere, & Erato l’Amore ch’ ella ha sempre alle vere scientie; e Polimnia quel soavissimo canto che rende i poeti immortali; & Urania, quella celeste felicità ch’ ella gode, fra gli alti suoi concetti e divini. Come ancora è Caliope la bellezza inestimabile della scientia si trattiene molto Minerva con queste nove sorelle, come che non può quasi stare senza esse, ne esse possono essere senza Minerva; sono le Muse ancora tenute per la musica harmoniosa delle Otto sphere del Cielo, e la nona è quell’harmonia generale che formano tutte insieme. Contendono le Nove figliuole di Pierio, con le Muse co ’l Canto, e sono trasformate in Gaze le quali imitano la voce ma non però l’ingegno dell’huomo, a simiglianza delle figliuole di Pierio, sono alcuni ignoranti che spinti da un soverchio desiderio di divenir Poeti si danno a fare versi, scioccamente; e pensano cosi se compiacciono di se stessi, di esser tenuti perfettissimi compositori ancora da gli altri, ma quando poi vengono al paragone de i veri Poeti subito diventano Gaze che non fanno altro che imitare la voce altrui. Non sono molto differenti da questi, poi quelli che simigliano Pireneo, che tenea di rinchiudere & isforzare le Muse nel suo Palazzo; quando tentano con belle librerie, e con apparenze di dotti, dar’ a credere che posseggono bene le muse, che non sono altro che le scienze, e non le hanno però altramente che ne i libri; perche non hanno bevuto, come doverebbero, volendo esser tali, quali amano di essere tenuti, al Fonte Cutalio. Vagha descrittione del suono della Cethera, o del iuto è quella della stanza, Percote, hor solo un nervo, hor molti insieme come è ancora vaga quest’ altra descritta in de ’l tirare dell’arco; nella stanza, Lo stral nel nervo incocca, e insieme acorda.

L’alegoria del rubamento fatto da Plutone, di Proserpina figliuola di Cerere; è che le ricchezze, delle quali Plutone è Dio, vengono da i frutti della terra, e specialmente da ’l formento; ruba Plutone Proserpina e la conduce all’inferno e questo, è quando si vien a far il raccolto; e che si ripone il formento, nelle fosse sotterra, come s’ accostuma in Sicilia dove fu rubata Proserpina figliuola di Cerere che non è altro che l’ abondanza; essendo il Paese di Sicilia abondantissimo di formento; e guardiano dell’ inferno casa di Plutone Cerbero che è un cane fierissimo da tre teste, il quale non ci figura altro che l’ Avaro diligentissimo guardiano delle cose riposte, le tre teste sue, sono le tre sue conditioni, l’una quando desidera l’oro con ogni maniera di sceleragine; l’altra, è quando con grandissime fatiche e sudori, mette le ricchezze insieme; e le tiene rinchiuse guardandole con ogni diligentia, e non se ne serve gia mai per suo beneficio, ne meno a beneficio d’ altri, la terza è poi quando ha per heredità de suoi maggiori le ricchezze, e non ha ardire di toccarle; ma le tiene sempre nascose, e sotterrate senza alcun comodo suo;