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l’orrido di sant’anna 5

mezzo della piazza: al Professore pareva che tutta la popolazione fosse là ad udirci, e se ne sentiva un po’ imbarazzato, un po’ intimorito: quando udì la parola decretiamo diventò rosso per la paura di sembrar mallevadore di una frase.... secondo lui decisamente.... senza giudizio. Cosicché s’affrettò a dire sommessamente:

— Parlate piano.... qui davanti.... a molte persone....

Ma il gioviale viaggiatore seguitò a notificarci il programma da lui stabilito.... non badando alle osservazioni. Egli era stato informato che per visitare l’Orrido era mestieri d’una barchetta: che la barchetta stava infatti lassù attaccata per una catena al luogo opportuno; ma che per poterla staccare bisognava passare dal mugnaio, farsi da lui condurre, oppure da sua figlia, una bella giovinetta (qui il Professore provava nuovo impulso di sangue al volto) di venti anni circa, il quale o la quale ci avrebbero fatto inoltre da cicerone, e sorridendo concludeva facendo voti che il mugnaio, almeno per quella sera, avesse male ad una gamba.

— Oh! non bisogna mai augurar male al prossimo, osservava ingenuamente il Professore.

— È vero in regola generale, rispondeva Antonio, tranne quando si tratti d’augurar del bene a noi stessi.... Via, via! dico cosi per ischerzo.

Avviandoci verso l’albergo, ove Antonio era già corso ad ordinare la cena, siccome un preparativo alle emozioni dello spettacolo notturno, il Professore mi manifestava le sue opinioni sul conto del nostro compagno:

— Gli scappano de’ grandi spropositi a quel vostro amico, e con molta franchezza: io non credo che egli sia sempre sicuro di ciò che dice. Avvertitelo di stare un po’ più in guardia contro sé medesimo, altrimenti rischierà di non far sempre la figura d’uomo virtuoso.

Antonio aveva messo sossopra la cucina dell’albergo. Era così sterminata la quantità dei piatti de’ quali egli aveva fatto richiesta, che il Professore non potè trattenersi da qualche apoftemma intorno all’utilità della temperanza. Al che Antonio, facendo molinello colla sua canna e sorridendo, rispondeva: che per sua fortuna godeva sempre d’un appetito