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Pagina:Panizza - Processi contro le streghe nel trentino, 1888.djvu/69

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contro le streghe 63

nuovo fra noi. Iddio lo voglia. Amen. — Dilettissima madre, fatti comperare delle fragole e cuocere delle leccornie (Salfan und Schnittlein), manda a prendere a casa nostra de’pesciolini ed un pollo, e se t’abbisogna danaro, manda a prenderne, che ce n’è parecchio nel tuo sacchetto. Sta sana, carissima mamma; non prenditi pensiero della famiglia sino al tuo ritorno. „

Nel tetro carcere fra i suoi dolori la buona Rebecca era sopra modo angustiata dal pensiero, che suo marito, cui amava con tutta l’espansione dell’anima, potesse sospettarla rea. Per il che, dopo averne appreso il ritorno gli scrisse:

“ Mio carissimo tesoro, sta pure tranquillo. Quand’anche mille di coteste femmine dovessero far testimonianza contro di me, — io sono tuttavia innocente: e vengano pure tutti i diavoli a lacerarmi. E se dovessi essere messa alla tortura, io non potrei confessare cosa alcuna, ad onta che mi si tagliasse in mille pezzi. Padre,1 se ho colpa in coteste cose, che Dio non mi lasci mai per tutta l’eternità venire nel suo cospetto. Se io dovessi starmene in queste prigioni, non esisterebbe Dio nel cielo. — Deh non negarmi la tua vista, o Signore; Tu vedi la mia innocenza, e, o Dio, mi ascolta, non lasciarmi giacere in questa tremenda miseria! „

Il processo andava a galoppo: due volte sostenne Rebecca imperterrita la tortura senza nulla confessare, ma alla terza cominciò a mancarle il coraggio, poichè si procedette contro di lei più crudelmente di prima. In questa prova e nella quarta cui fu sottoposta, ammise taluna delle minori accuse, che le erano state fatte. Intanto trovò il modo di fare arrivare segretamente fino a suo marito un’altra lettera:

“ Mio preziosissimo tesoro, se io dovessi venire divisa da te, innocente come sono, sarebbe cosa che grida vendetta al cielo per tutta l’eternità. Ma qui si violenta, qui uno è costretto a dire qualche cosa. Io sono stata crudelmente martoriata, ma io


  1. Da il nome di “ Padre „ al marito, come è ancora d’uso in qualche famiglia tedesca.