Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/253

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re coi pesciolini, i campi con le spighe, tanti lumachini, tante erbucoe, erbacce da cuòcerne caldai: le piante crescono dì e notte. È che il protocollo borghese, che era pure il vostro, o nemici dei borghesi, è stato infranto dalla guerra! L’affermazione dell’inno socialista «o pugnando si morrà», era del tutto verbale.

Gli odiati signori bagnanti non verranno questa estate, le barchette da pesca non possono pescare la notte. Sono avviliti.

Povera, buona gente! La mattina del 24 maggio sono stati costretti ad una rivoluzione psicològica improvvisa.

Prima del 24 maggio, non era prudente parlare di guerra. Chi ne parlava soltanto era «interventista.»

Si erano recati coi loro capi socialisti e cattòlici, coi loro asinelli, al capoluogo di Rimini; avevano protestato in piazza che non volevano la guerra; avèvano avuto la assicurazione che i loro desideri sarebbero stati trasmessi al Governo. Tornarono alle loro case contenti. Poi venne il colpo Giolitti: la Madonna per i cattòlici; YAvanti! per i socialisti aveva fatto la grazia.

Ma il 24 maggio, all’alba, le navi nemiche spuntarono sul mare idìllico, vènnero le canno-