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Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/303

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di Alfredo Panzini 297

un pòvero abitino chiaro, una povera cappellina in testa, sale i tre gradini. D’improvviso si abbatte: un grido, uno scròscio di pianto. La vedo giù nel cortile con la testa contro il vecchio muro. I soldati si accostano a lei, così buoni, così premurosi! Poi li vedo dare indietro muti. Un grosso territoriale è quasi goffo. Che cosa è successo? Sento mormorare come in chiesa: «Gli è morto un fratello in guerra! Adesso non può più vedere un soldato.» Sento la fanciulla che dice ai soldati: «Cerco di farmi forza, ma non posso vedere, non posso vedere.»

Non può più vedere i soldati.

***

14 Agosto 1915, Bologna.

Discorsi notturni al... Siamo in tre. Piazza del buon Nettuno, blindato. Birra stùpida, mortadella pèssima: lampade rare, velate. Velarium mortis.

È l’ora fra la mezzanotte e il mattino.

Silentium!

Uno disse: — Passeremo il nuovo anno in pace.

20 - Diario sentimentale