Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/390

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/ cipressi, nel cortile accanto, sono tutti di porpora e oro. Sono triste. Qualcosa di duro ha urtato contro il mio animo e lo ha ridotto in frantumi. Vedo nelVaria la villana vecchia e magra. Scende ad attingere acqua e la versa nella vasca di pietra affinchè i buoi bévano. Essa è co • me la guerra, che toglie gli uomini dalle loro case e li versa nelle trincee perchè la morte li beva.

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Tutto ha sapore di cervello umano. Io vorrei portare qui dentro una madre che abbia un figlio in guerra: io credo che in capo a una settimana non esisterebbero più nè imperatori, nè re, nè generali. E le poverette, a casa, credono che i feriti vengano curati, ed i morti sepolti con la croce e il nome: cose che si vedono nelle illustra-, zioni delia «Leipsiger», disegnate in redazione!

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Un nostro grande poeta tenta con arte questa Ì8te8sa materia macabra.

Descrive così :

Avevo già veduto un soldato riverso ne la mota gialla della trincea^ col lancio nel gozzo 9 col