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di Alfredo Panzini 57


Serra sorride: — Lei si lascia sgomentare da un semplice episodio. Ma sa quanto durerà questa guerra? Per fortuna lei non è un generale!

— Ah, sì! Sarei un pessimo generale.

La minestra è in tavola. Ma anche Serra ha poco appetito.

La donna mi avverte, sottovoce, che vino non ce n’è più, fuor che una piccola damigiana da travasare.

— Vorrei avere tutto il vino — gridai forte — che oggi berranno i preti per la gioia della Francia vinta! Io non credevo di amarla così la Francia! Avevo quasi piacere che quella sua insolente demagogia venisse punita. Glielo confesso! ma oggi!

Abbiamo parlato a lungo tutto il pomeriggio, afoso, lento: ma il discorso moriva, si infrangeva stanco, contro la muraglia di bronzo della realtà.

***

Mi domanda un quieto vecchio savio signore:

— Chi sa oggi, da qui un anno, che cosa ci sarà?

Non so che rispondere.

Mah! Certo quella piccola luna nascente lassù, in quel posto; quelle anatre lì, o, se non quelle proprio, altre anatre, ma è lo stesso; queste pescivèndole col ventre in su, queste foglie di marruche, i lumachini che divorano tutte le foglie, le a-