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Cur — 120 — Cza

tutte le infermità, certo è efficace nelle affezioni nervose, nelle malattie del ricambio (polisarcia, diabete, artrite, gotta, etc.) nella alterata crasi sanguigna, e la ragione del beneficio si intende di leggieri ove si pensi che si tratta nulla più che di una dieta naturale e moderatrice degli abusi, confortata dalla scienza. Certe nordiche esagerazioni di questa cura hanno molto contribuita a formarne la rinomanza. Vi sono stabilimenti idroterapici ove si pratica la detta cura.

Curare: veleno vegetale potentissimo, usato dai selvaggi per attossicare le loro frecce.

Curatela: dal francese curatelle (rad. cura) significa nel linguaggio legale l’ufficio del curatore; al modo istesso che da tutore dicesi tutela.

Curèe: (rad. lat. cor, cuore) in termine di caccia è lo sventramento della selvaggina che si dà in parte ai cani, in italiano carneficina, e dalla rabbia dei cani per la preda passò per traslato agli uomini e fu usata in senso figurato. Lo Zola ne fece il titolo d’un suo romanzo. Questa voce francese è talora in uso presso di noi. Es. «La curée era inaugurata; la caccia al Cinese incominciava».

Curia Romana non petit oves sine lana: Dantes exaudit, non dantibus ostia claudit: antico motto formatosi in odio alla Curia romana: la curia romana non chiede gli agnelli senza dimandare anche la lana: chi dà è esaudito, a chi non dà chiude la porta. Questi due versi sono attribuiti a S. Brigida, secolo XIV. È anche un’antica pasquinata.

Curiosare: voce familiare nostra che significa andare qua e là osservando per vedere o scoprire qualcosa.

Cursum consummavi, fìdem servavi: compii la vita; serbai la fede. S. Paolo, Epist., II, ad Timoth., cap. IV, 7. Motto sublimo ed eroico!

Cutter: (cotre) dal verbo inglese to cut che vuol dir tagliare. La chiglia a coltello sì da reggere bene al mare, e l’alberatura [porta un solo albero a crocetta, qualche vela quadra volante, i flocchi e una gran randa] distinguono tale nave dalle altre navi; non la grandezza, giacchè può essere mercantile e da diporto. Suo carattere è la velocità. Un lessicografo propone la voce Tagliatore, ma chi intenderebbe? Si trova e si ode la versione in cottro o còttero. La parola cutter è anche nei dizionari francesi.

Cuvette: diminutivo da cuve, francese; cfr. cupa in latino, coppa e l’aggettivo cupo in italiano: aggettivo bello di suono e di senso, ma un pochino fuor d’uso.

Non è senza ragion l’andare al cupo.

Dante, Inferno.

Cuvette vuol dire bacino, tinozza, semicupio, bagnarola come si dice familiarmente. Cfr. Tub.

Cymbalis: V. in cymbalis.

Czar o Tzar o Zar: titolo dell’autocrate Russo. L’imperatore Alessio Comneno ne avrebbe insignito il principe russo Vladimiro II nel 1115. Il primo ad assumere questo titolo fu Ivano IV nel 1547 dopo che fu scosso il giogo dei Tartari dalla Russia. La etimologia di questa parola è, verosimilmente, da Caesar, V, Kaiser. Czarevic, figlio e Czarevna figlia dello Czar, dai due suffissi slavi evie ed evna, indicanti i rapporti di nato e di nata. Delle tre varie scritture più esatta sarebbe Tzar come più vicina alla grafia russa.