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Fur | — 198 — | Fus |
Ravenua. Altri pensa nata la locuzione al tempo della battaglia di Fornovo, a proposito della quale G. Giorgio Aliene, astigiano e partigiano di Francia, scrisse questi versi che dovevano essere ripetuti qualche secolo dopo, se non nel suono, nel senso:
«Ja ne soit il usance à vous itaulx
quen champs mortaulx on vous saiche attrapper».
Furlana: specie di danza usata nel Friuli ed è pure aggettivo dialettale por friulana.
Furor teutonicus: l’impeto belligero dogli antichi Germani, leggesi nella Pharsalia, I, 256, di Lucano. Anche il Petrarca nella sua famosa canzone ai Signori d’Italia ricorda il furore tedesco:
che il furor di lassú, gente ritrosa,
vincerne d’intelletto
peccato è nostro e non naturai cosa.
Ma ha altro senso.
Furori uterini: termine volgare nostro per indicare ciò che più scientificamente dicesi ninfomania. V. questa parola in Appendice.
Furtivo: nel linguaggio dei legali quest’aggettivo è in uso invece di rubato, dal latino furtivus onde anche refurtiva = la cosa rubata. Nel linguaggio comune furtivo significa soltanto clandestino, occulto.
Fuso orario: uno dei ventiquattro fusi uguali nei quali fu convenuto di immaginare divisa, mediante meridiani, la superficie del globo terracqueo per quello che riguarda l’assegnazione dell’istante in cui in un dato luogo deve aver principio il giorno civile. Sono detti fusi per l’analogia che la superficie esterna di questi ventiquattro spicchi avrebbe col fuso ove fosse sviluppata su di un piano.