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XIX

LE DISGRAZIE DI CICERONE


— T

u sai bene, fratello, — disse Clodia, — che la vendetta ha più sapore quando è fredda.

E fu cosi che Clodio propose al popolo una legge che porta il titolo de capite civis romani, e rappresenta la più importante manifestazione di lui quale uomo politico. Per questa legge si decretava l’esiglio per quel magistrato che avesse fatto uccidere senza regolare processo un cittadino romano. La responsabilità legale degli ultimi catilinarii strozzati in carcere spettava proprio all’ex-console Cicerone. Di lui rimaneva celebre la risposta a quelli che gli chiedevano che cosa ne era di quelli infelici, sorpresi e presi in Roma. Cicerone, cosi abbondevole di parole, aveva risposto una sola parola: «Vissero!».

Per la legge di Clodio, Cicerone fu condannato all’esiglio, come già in Atene il giusto Aristide; cosi che, a pensarci bene, fu proprio lui, Cicerone, a fare espiazione per i misteri violati della Dea Bona.

Ad ogni modo è da considerare come, in