Pagina:Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu/200

Da Wikisource.
198 alfredo panzini


Minerva, Dea, su l’Acropoli. Per i cieli non correvano i motori.

Viceversa i grandi mostri giravano la giostra zodiacale: il leone, il toro, il cane, le chimere, lo scorpione. In Libia c’erano le arene e le anfesibene, l’Etiopia è patria dei leoni, in Arabia sta l’araba Fenice, il Nilo nasconde nel mistero il sacro suo capo, le paludi e le orride selve coprono la Germania, e dopo l’oceano dalle spaventose maree appare l’ultima Thule.

Questo era il mondo antico, perché il mondo nuovo il mondo novissimo non erano ancora stati scoperti.


Catullo diceva cosi nel suo messaggio:

«Sentite amici, amici di Catullo. Sia che voi andiate nella terra degli Indii dove risuona lontana l’onda del mare orientale, sia che andiate in Ircania la terra dei lupi, sia in Persia, sia fra gli Sciti sagittarii, sia dove il Nilo sbocca per sette foci, o valichiate le alpi eccelse dietro la gesta di Cesare, oppure oltrepassiate il fiume del Reno, franco-germanico, e arriviate in riva dell’oceano dalle grandi maree, e vediate i verdi Britanni al confine del mondo: o voi amici che siete disposti a affrontar queste terre e questi mari dove il destino vi porta, poche parole riferite alla Signora; non buone