Pagina:Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu/201

Da Wikisource.

il bacio di lesbia 199


parole. Ditele che sia felice con i suoi amanti. Ne abbraccia trecento, non ne ama nessuno; a tutti lei rompe il filo della schiena. No, non speri che io l’ami come prima. Il mio amore è morto come fiore al margine del campo. Passò l’aratro, toccò il fiore, e il fiore è morto per sempre».

— Che mascalzone! — disse la dama. — Già è sempre stato una testa bislacca.

Clodia ora si fissava sul mare. Andò a uno stipo di fine intarsio, apri con chiave d’oro: dentro erano i codicilli, le nugelle, le lepidezze, le sciocchezze, i pianti, i compianti di lui. A uno a uno li raccoglieva, li leggeva. Scoteva ogni tanto la testa e leggeva. Un bigliettino diceva: «...che se anche questo povero Catullo da solo non ti basta, sopporteremo di nostra donna i furti di fedeltà. Ma almeno un po’ di pudore».

Un altro biglietto diceva: «Nessuna donna può dire di essere stata sinceramente amata quanto Lesbia fu amata da me. Nessuna fede fu mai tanto grande per sacramento d’amore quanta se ne trova nell’amore dell’anima mia verso di te. Oh, non dell’anima tua verso di me!».

Un altro biglietto diceva: «A questo, Lesbia, per tuo e per mio amore mi sono ridotto, e cosi è perduto il mio onore: che non ti potrei voler bene se anche tu diventassi donna