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il romanzo della guerra 93

Ma era necessario affinchè tu fossi grande, o Germania, questa orribile guerra?

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Il Corriere della sera di oggi reca: «I socialisti si riunirono ier sera al Teatro del Popolo per accordarsi sull’atteggiamento da tenere nell’attuale momento politico.

Hanno parlato autorevoli oratori: ma si è fatta mezzanotte. Il resto a domani. Follia guerresca, neutralità ad ogni costo, guerra borghese, proletariato che non ha patria, patria di lor signori, proteste contro la guerra, guerra santa del proletariato ecc. Il resto a domani. Queste frasi mi fanno l’effetto di visioni di sogno, che cozzano sorprese dal terribile risveglio della realtà. Non si è fatta mezzanotte. È l’alba! Ludovico Frank! Germania! Germania! Ammaestratrice tremenda della crudele realtà che governa il mondo! Che peccato che il dio Thor ti abbia preso la mano!

V’è però nel discorso di B. Mussolini, uno degli oratori, un pensiero che è stato troppo spesso il mio pensiero, e ben doloroso, e non ho osato dirlo e non oserei dirlo! Certo lo direi con tristezza, non con parola di sarcasmo come fa quel signore. Parla di autocandidatura dell’Italia a grande nazione. Pur troppo! Noi nella storia del Risorgimento abbiamo attribuito, come un’etichetta eroica, ma falsa, a tutto il popolo