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108 il romanzo della guerra

Buono e caro Papini, se Ugo Foscolo avesse pensato come lei, mai avrebbe scritto i Sepolcri!


Domenica, 20 Settembre.

Il numero ultimo della Critica sociale porta uno scritto pieno di complicazione. Il concetto è questo: riformisti di destra (perchè non più le stellette del titolo socialisti?, democratici, massoni, nazionalisti et similia (il similia non è mio) vogliono la neutralità per uscirne, cioè la guerra: i socialisti — invece — vogliono la neutralità per non uscirne assolutamente. La ragione è sempre la stessa: questa è la guerra borghese, la quale nasconde il perfido intento di sopprimere la lotta di classe, la santa guerra del proletariato. Se la paghi la borghesia la sua guerra! Ma v’è di più: se i socialisti volessero la guerra, commetterebbero un grave crimine perchè commesso coscientemente: «contribuirebbero cioè ad assassinare la Internazionale, nel supremo ricetto dove si è rifugiata, nell’attesa della inevitabile risurrezione!»

Allora viene subito da dire: questo crimine lo hanno commesso i compagni socialisti della Germania...

Distinguiamo — risponde l’articolista — : il socialismo tedesco «ritiene con convinzione assoluta, in perfetta buona fede, per quanto, secondo noi, errata, di difendere la patria nell’Impero, e il socialismo nella patria dall’invasione straniera». Nel quale caso cioè,