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— Molto bene: avanzò, gridò: “Franz Joseph, Urrà! Urrà!„. Caduta, pareva una rondine.

Silenzio.

Oretta trema; l’avvocato aveva il sigaro spento.

In quel punto nel silenzio della campagna si sentì tin tin, dolcemente. Era l’Ave Maria.

Oretta fece il segno della croce. Quasi ci segnavamo anche noi.

*

Abbiamo accompagnato Melai al tram per la partenza definitiva. La signora mia suocera lo ha avvertito che in fondo alle calze troverà la sorpresa di una caramella.

Io gli ho detto affettuosamente:

— Lei, signor Melai, è un po’ alto di statura. Veda di non sporgere con la testa. E se mi permette, eviti le azioni cavalleresche. Io, intanto, le manderò della polvere di nostra creazione contro le bestioline.

Il ritorno fu molto eloquente fra me e l’avvocato; monosillabico con la signorina Oretta.

— Si ha da vedere — dice l’avvocato — dopo tanti anni che è stato fabbricato il mondo, dopo Grozio, dopo Alberigo Gentile, che gli uomini si devano scannare, massacrare! Chi l’avrebbe mai detto?