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Lei lo sa che io adoro le pesche? Tu la persica che si spicca e ne cola il succo giulìo, dammi.
Io do le pesche.
Lei, voi, tu! ecco, siamo passati al tu! Oimè, no!
— Sapete, Sconer, chi dice così? È un grande poeta che dice così. Sentite che profumo — dice, e me le mette sotto il naso, le pesche!
Povero Ginetto!
— Permettete, Sconer?
Ne prende una e la morde; immerge quei denti nella carne della pesca.
— Contessina — supplico — non faccia così.
— Le vengono i brividi, Sconer?
— Direi di sì.
— Anche mamma non può vedere.
— Veramente io.... non è per le ragioni di mamà!
Mi fissa un momento sorpresa; con quelle labbra sanguinanti dalla pesca.
— Voi siete molto sensibile, Sconer!
— Tanto, contessina.
Qui sta per succedere qualche cosa che deciderà della mia vita. Anch’io, come madama Caramella, come tutti, entro in guerra.
E se lei non distingue l’attivo dal passivo, che importa? Maioli, Maioli, tu stai per guada-