Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/129

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ricevuti e resi dai maggiorenti della città, e il sole che folgorando precipitava nell’invincibile mare.

Anche la signora, la vice direttrice, non mi accoglieva più con bel garbo, anzi mostrava di gradire assai poco la mia compagnia. Quando qualche cagnaccio faceva atto di accostarsi alla povera mia bestiola, voltava la faccia inorridita ed esclamava:

Schoking! for shame! for shame! — perchè era stata istruita in un pensionato inglese... (Collegio, instituto, educandato, mia cara, correggeva il marito con paziente sorriso) in un pensionato inglese e ci teneva moltissimo alla sua lingua d’infanzia.

Anzi mi disse spiccio:

— Senta, se lei vuol portare ancora con sè quella sua bestia, faccia pure a meno di venir a spasso con noi.

Io mi sentii trafiggere malamente e non risposi nulla. Fatto è che anche quella compagnia, la migliore che io avessi, mi venne a mancare.

La solitudine dunque a cui mi ero ridotto acuiva l’intensità di questa idea: mutar vita! Vivere cioè in modo positivo, come vivono tutti