Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/155

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sotto la madonnina del duomo 77

che avea fatto a Menaggio sul lago di Como, dove avea alcuni suoi parenti; ed era stato a visitare anche Brunate che è una delle meraviglie del mondo, dove è proprio vero quello che dice il bollettino in Galleria, cioè che lassù v’è sempre il sole; sul lago c’è la bruma e lassù splende il sole di primavera: si vede tutta la Svizzera, tutta la Lombardia, tutto il lago di Como che è il più bel lago del mondo, e chi vuole spendere cento lire al giorno trova da buttarle via e bene, e chi non vuol spendere niente, non spende niente e non trova nemmeno un mendicante che lo fermi con un: — Signurì, Eccellenza, facile a carità! — come nell’Italia sudicia.

Era stato lassù e si era riempito gratis le tasche delle castagne di cui sono cosparsi que’ sentieruoli de’ boschi, ed era tornato a Milano. Bene: la sua «Americana» ardeva, e lo attendeva tranquillamente col suo mite calore! — Queste macchine hanno oramai più giudizio dei cristiani! —

Era la stufa come una cosa viva nel suo appartamento solingo, e ne parlava con frequenza e compiacimento e diceva: «La mia stufa» come un altro avrebbe detto: «La mia signora!»

Ora quella gente li avrebbe dovuto comperare una stufa simile alla sua, se avessero avuto giudizio. — Povera donna, soffia, soffia adesso per accenderla, altro che cantare Carmè quanno te veco!

Una mattina Ambrogino scorse il suo inquilino di fronte che alzava la tendina dietro i vetri e aveva un coso bianco in braccio, un fagottino bianco.

— Il piccirillo è nato, eccolo là! — disse Don Ambrogino.

Era nato nella notte: il babbo ora alzava la tendina