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212 divagazioni in bicicletta

desinare, si pongono a sedere insieme S. Francesco e Santa Chiara, e uno delli compagni di S. Francesco colla compagna di Santa Chiara, e poi tutti gli altri compagni s’acconciarono alla mensa umilmente. E per la prima vivanda, S. Francesco cominciò a parlare di Dio sì soavemente, sì altamente, sì maravigliosamente che discendendo sopra di loro l’abbondanza della divina grazia, tutti furono in Dio ratti. E stando così ratti, con gli occhi e con le mani levate in cielo, gli uomini d’Ascesi e da Bettona, e que’ della contrada d’intorno, vedeano che Santa Maria degli Angeli, e tutto il luogo e la selva ch’era allora allato al luogo, ardevano fortemente, e parea che fosse un fuoco grande, che occupava la chiesa, e ’l luogo, e la selva insieme; per la qual cosa gli Ascesani con gran fretta corsero laggiù per ispegnere il fuoco, credendo veramente ch’ogni cosa ardesse. Ma giungendo al luogo, e non trovando ardere nulla, intrarono dentro, e trovarono S. Francesco con Santa Chiara, e con tutta la loro compagnia ratti in Dio per contemplazione, e sedere intorno a quella mensa umile. Di che essi certamente compresero che quello era stato fuoco divino, e non materiale, il quale Iddio avea fatto apparire miracolosamente, a dimostrare e significare il fuoco del divino amore, del quale ardeano le anime di questi santi Frati e sante Monache: onde e’ si partirono con grande consolazione nel cuore loro, e con santa edificazione. Poi dopo grande spazio, tornando in sè S. Francesco, e Santa Chiara insieme con gli altri, e sentendosi bene confortati del cibo spirituale, poco si curarono del cibo corporale».

Notorio è del pari che i frati francescani erano cuochi inesperti e cucinieri pessimi, della qual cosa nessun esempio più manifesto di quello di frate Ginepro.

L’anima semplice di frate Ginepro fu assai mortificata quando il padre guardiano così gli disse: «Frate