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Pagina:Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu/124

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112 novelle d'ambo i sessi

l’osterìa, e dopo avere mangiato bene, ruttava, poi parlava — di solito — di alta politica o di teologìa. Dio e sua madre, la Madonna, erano cucinati in tutta la varietà delle salse italiane, così che io avevo la sensazione di S. M. il popolo mediante l’odorato e l’udito, e qualche volta, oimè, anche mediante il contatto.

Ma io nacqui, oltre che delicato di stomaco, anche molto aristocratico; e nelle osterie di prima classe, dette hôtels o grands hôtels, dove S. M. non rutta e non bestemmia, si provano nausee anche peggiori.

*

In quell’osteria mi sorprese, dopo l’ora del pranzo, quando i più degli avventori erano sfollati, un uomo a capo tavola, dalla gran barba mosaica; bianca in su le gote, quasi nera in mezzo. Costui parlava ieraticamente per dogmi e sentenze, a gran voce, ma con occhi assenti. Insolentiva e riceveva insolenze metodiche: ma queste interruzioni rimbalzavano su lo scudo della sua imperturbabilità.

— Chi è colui? — chiesi al cameriere.

— È uno, un po’ sordo, ed anche un po’ cieco, ed anche un po’ matto.